La comare levatrice istruita nel suo ufizio / [Sebastiano Melli].

  • Melli, Sebastiano.
Date:
1767
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Credit: La comare levatrice istruita nel suo ufizio / [Sebastiano Melli]. Source: Wellcome Collection.

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    Riflejfio ni. 30 La Comare Istruita. /frecibus commota ipfìus libidini nimium dedita rata nullum concepito* nis periculum futurum , quippe cujus Vulva labia a nativitate conjun- tta, & unita penern non admittebant. Ceterum fricationis hujus de- bitas dedit panas, ex ipfo prater fpem^ & opinionem gravida fatta . Quinto a cmceptu menje tumentem puella ventrem advertens Mater y Jo: Trullium adit, & poflquam omnia ipfi expojuijfet, opem illius im- piorat, ne in par tu tandem gravine vita periculum fubiret filia. Eam itaque invifens Trullìus , cunttis perfpettis ac examinatts , Unita Vul¬ va labia fettione dirimi t. Ipfa autem debito tempore filiumpeperit &c. In quello Cafo che racconta il Sig. Enrico a Moinichen , confide¬ rò che il piccolo ed angullo forame , il quale dalla nafcita portava quella Infante Romana, permetteva ufcita all’ Orina ed al Meftruo fangue, e quello era nell’unione dei labbri delia Vulva, per la qual anione non poteva effer cacciato il priapo; ma non dice in qual filo era quello angullo forame, cioè fe era dritto in faccia, ali’orifizio deli’ Orina, oppure fe era dirimpetto alla Vagina dell’Utero, oppure tra Funa, e l’altra di quelle parti; poiché fe quell’ angullo forametto, il quale il Sig. Enrico defcrive, che lì trovava tra le labbra della Vul¬ va fino dalla natività unite, che era appena capace di ricevere un gra¬ nello di legume, era dirimpetto all’ Uretra; effondendo F Amante, che confricava fopra la parte il feme, quello non poteva portarli alF Utero, perchè quella lìrada conduce alla Vellica Urinaria. Se poi era corrifpondente al foro delia Vagina dell’ Utero , come che per sì an¬ gullo forame non potevano le caruncole mirtiformi effer dilatate, an¬ ziché facendo F Amante fopra quello luogo la fricazione , le veniva a premere, ed in confeguenza a rimaner più. otturato quel forame; tanto più, che come attefìano lefemmine, nelF appetenza deiratto, fi ffrin- ge, e s’inturgidifce tal ellrema parte, onde effufo il feme, quello non può aver libera via per andare dirittamente al fondo dell’Utero. Inoltre il feme ch’è un fluido vifcofo, e che ha del mucilagginofo, fòrtendo con impeto dal foro del priapo, e verfandofi nell’angufto fo¬ ro defcritto, il quale per la fricazione, e preffione fatta dall’Aman¬ te, veniva ad effer prelfo alle caruncole mirtiformi, o orifizio della Vagina dell’Utero di una Vergine, che è lo fleffo a dire appoggiato ad un ferrato foro occupato da riftrette caruncole mirtiformi, le quali in quell’atto dovevano effer turgide, e per la dilettazione coartate le fibre di tal parte: non poteva mai il feme dell’Uomo portarli per la Vagina deli’ Utero , oltre alla Cervice , nel feno deli’ Utero fleffo. Tralafcio di ripeter le altre difficoltà che fopra ho efpoflo negli altri racconti 3 e paffo a confiderare, che fe il foro non era dirimpetto alla Vagina dell’Utero, tanto meno poteva effer ingravidata la femmina, mentre fi fa che venendo il feme alterato, per non effer verfato nel fuo alveo, ch’è l’Utero , quello non può fecondare, ed è innatto a far concepire la donna. Ché fe qualcuno dicefse , che quello calo dell5 I nfan-