Sul dubbio svolto dal Dottor Giacomo Foscarini : i bagni e fanghi minerali termali euganei devono usarsi freddi o caldi? / Considerazioni di Pietro Fumiani.

  • Fumiani, Pietro, 1795-
Date:
1846
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Credit: Sul dubbio svolto dal Dottor Giacomo Foscarini : i bagni e fanghi minerali termali euganei devono usarsi freddi o caldi? / Considerazioni di Pietro Fumiani. Source: Wellcome Collection.

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    bisogna far ciò nel loro esordire, senza però sapertene ren¬ dere la ragione. Ma pure la ragione vi è, e sta in questa appunto il disinganno. Se la domanderai al Professore tante volte citato, sarà egli cortese di apprenderti come il gelone nei suoi principii altro non sia che un ristagno di sangue ve¬ noso nelle estremità capillari, dal che ha origine quel tumo¬ re, quel rossore, quel calore, e quel particolare prudore com¬ pagno indivisibile e tanto molesto di quello. In questo primo stadio, ti soggiungerà, non vi ha alterazione nella vitalità del¬ la parte malata. Ma ben presto quel sangue stagnante, alla foggia di qualunque corpo straniero introdotto ne’tessuti or¬ ganici, diventa causa eccitante, dalla quale prende le sue ini¬ ziative quel processo infiammatorio che progredendo poi dà per ultimo risultato una piaga avvicinante si alla natura delle grangrenose. Ecco come in quel primo stadio apporti giova¬ mento quel grado tanto elevato di temperatura. In grazia del¬ lo stimolo del calorico intenso risente un impulso il sangue stagnante per 1 azione del freddo, si ripristina il circolo, il ristagno si dilegua, ed il gelone quasi per incanto scompare con tutti i fenomeni che lo circondavano, e che simulavano / un tumore infiammatorio. Eguale effetto si ottiene colle fre¬ gagioni fatte collo spirito di vino, coll1 etere, coll1 ammoniaca e simili altri eccitanti diffusivi, e non per altro motivo che per quello che colla mia penna ti apprese il Professore sud¬ detto. Ma guai se tali mezzi si adoperassero ad infiammazio¬ ne incominciata o progrediente ! Piapide ne sarebbero le con¬ seguenze funeste, che per lo più si riducono a gangrene pro¬ fonde fino all1 osso, e di lunga e difficile guarigione, come in molti casi io ebbi occasione di verificare nella mia lunga pra¬ tica. E chi ne assicura che una condizione morbosa analoga a quella del patereccio incipiente, sebbene da altra causa pro¬ dotta, non abbia dato origine alle sofferenze nella mano sini¬ stra del dottor Foscarini, come egli stesso ci narra (1 ) ? Non è che io diffidi della ingenuità della narrazione, o voglia met¬ tere in dubbio P esattezza delle osservazioni dei distinti chi¬ rurghi che lo assistettero , F opinione dei quali sarà sempre da me rispettata; ma perchè sono d'avviso che non ci sia medico o chirurgo al quale qualche volta il fatto non abbia dato a conoscere che la natura di una data malattia era ben diversa da quella che dal complesso dei fenomeni egli l'avea (i) Pag. 7 1 ■ 72. INot. u. 5.